COME LI LAVO?
Corrette prassi di gestione e lavaggio:
Stoccaggio: come e perché
La “conservazione” dei pannolini sporchi è suggerita per un massimo di 3 giorni, all’interno di un bidone in plastica e a “secco”; ciò non significa che i pannolini debbano essere asciutti, ma semplicemente che non sono in ammollo.
La “conservazione” in ammollo non è consigliata in quanto l’acqua stagnante è veicolo di maggior proliferazione batterica.
Sciacquare o no i pannolini sporchi
Si suggerisce di sciacquare e togliere il grosso del residuo esclusivamente per i pannolini sporchi di feci, mentre di stoccare direttamente quelli intrisi unicamente di pipì; la composizione a base di ammoniaca della pipì contribuisce ad abbassare la carica batterica di tutti i pannolini stoccati.
Risciacquo iniziale o ammollo
L’ammollo dei pannolini, non è una prassi consigliata. E’ possibile però valutare un risciacquo preventivo rispetto al lavaggio vero e proprio che elimini il grosso della pipì e dei residui dai pannolini.
Caricamento lavatrice
Dopo aver inserito i pannolini in lavatrice aggiungere nella vaschetta il detersivo ecologico scelto. Di tanto in tanto è consigliabile utilizzare direttamente nel cestello un cucchiaio di percarbonato di sodio per igienizzare e smacchiare, oppure un paio di gocce di tea tre oil (non a contatto con i pannolini) per abbattere la carica batterica. In sostituzione dell’ammorbidente tradizionale che è assolutamente da evitare, consigliamo una soluzione al 20% di acido citrico.
Se si ha la possibilità di impostare la velocità della centrifuga impostare su 800 giri al minuto.
– QUANTO DETERSIVO? – La quantità dipende dal carico della lavatrice, dal grado di sporcizia degli indumenti, e dalla durezza dell’acqua. Per lavare pannolini di stoffa è comunque consigliabile usarne una dose inferiore rispetto a quella indicata dalla casa produttrice, in modo da non lasciare residui nei tessuti che poi vanno a contatto con la pelle, e dover quindi sprecare acqua per cicli di risciacquo aggiuntivi. Ciascuno deve individuare, con l’esperienza, la dose ideale per sé, trovando la quantità minima indispensabile per ottenere il suo “bucato perfetto”.
-DETERSIVO LIQUIDO O IN POLVERE? – Il detersivo in polvere garantisce maggiore efficacia di lavaggio, però per attivarsi richiede temperature più elevate (>40°). Il detersivo liquido è meno efficace, ma funziona meglio alle basse temperature (circa 30°). Per il suo maggiore contenuto in sostanze grasse, potrebbe produrre “ceratura” dei pannolini in tessuto sintetico.
Temperatura di lavaggio
Quanto più la temperatura è alta, tanto più garantisce efficacia di lavaggio e igiene. La biancheria lavata a 30°C presenta un numero di batteri 10 volte inferiore rispetto a prima del lavaggio, quella lavata a 40°C, invece, un numero di batteri 500 volte inferiore. Lavaggi a 60°C garantiscono il quasi totale abbattimento della carica batterica presente inizialmente, e sono sicuramente da consigliare in caso di infezioni. Ma… aumentando la temperatura aumentano drasticamente i consumi, perché il 70-80% dell’elettricità utilizzata da una lavatrice serve a scaldare l’acqua (vedi tabella). Quindi lavaggi a temperature alte fanno aumentare le emissioni di CO2, i costi per la famiglia e il danneggiamento dei tessuti.
(Fonte: www.bbc.co.uk) Un buon compromesso per il lavaggio dei pannolini potrebbe quindi essere quello di alternare cicli a basse temperature (40°C) con saltuari cicli ad alte temperature (60°), se compatibili con l’etichetta del lavaggio del pannolino. Solitamente, pannolini in materiale naturale tollerano bene qualsiasi temperatura, mentre pannolini in materiale sintetico e mutandine in PUL e lana tendono più facilmente a deteriorarsi con temperature elevate (sebbene alcune mamme testimonino che i loro pannolini sintetici non siano danneggiati da lavaggi abituali a 50-60°).
Le mutandine di lana invece vanno lavate solo a mano in acqua fredda con poco sapone delicato, e ogni tanto impermeabilizzate con un bagno in lanolina.
Igiene e odori
Il profumo del bucato, che molti consumatori apprezzano, è invece da evitare quando si tratta di lavaggio di pannolini (e di indumenti da bambini, in generale): i profumi si ottengono infatti da sostanze che rimangono attaccate ai tessuti e che sono potenzialmente irritanti o allergeniche (oltre che inquinanti). Per la salute e per l’ambiente meglio quindi un bel bucato profumato… di nulla.
MOTIVI DI PUZZE POSSIBILI CAUSE
Carica batterica non sufficientemente abbattuta dal lavaggio | – elevata % di ammoniaca nella pipì o feci acide per motivi di alimentazione o dentizione
– quantità di detersivo insufficiente nel ciclo di lavaggio – temperatura di lavaggio troppo bassa |
“stagionatura” del bucato pulito nella lavatrice | I batteri si sono risviluppati dopo il lavaggio in un ambiente caldo/umido |
Utilizzo di detersivi con eccesso di sostane complementari (profumi, igienizzanti) | Il detersivo genera residui che si depositano sulle fibre e che se non adeguatamente rimossi possono interagire con le feci |
Risciacquo insufficiente o poca acqua nel lavaggio |
BUCATO IGIENIZZATO – LA PROVA DEL NOVE – Come controllare che il bucato sia stato igienizzato in modo soddisfacente? Usiamo il naso!
Se la carica batterica contenuta nel bucato non e’ stata significativamente abbattuta durante il lavaggio, e se il bucato viene lasciato per 5-6 ore nella lavatrice dopo la conclusione del ciclo di lavaggio, i batteri rimasti tenderanno a replicarsi rapidamente nell’ambiente umido del cestello chiuso. Una volta aperto il cestello, il bucato avrà odore di “chiuso”. (Attenzione: questo non significa necessariamente che la famiglia sia in pericolo mortale di infezione batterica, come certe campagne pubblicitarie tendono a farci credere!).
Se la dose del detersivo è eccessiva, se il detersivo utilizzato contiene troppi profumi, oppure se il risciacquo non è stato sufficiente, il bucato assumerà il caratteristico odore. In tal caso, conviene rifare un ciclo di risciacquo e, per le prossime volte, ridurre la quantità di detersivo oppure cambiare marchio.